Giorno 2:  Scardinare  il  Sogno

Rendetevi conto ora che la vostra vita è un gioco, una recita che vi è stata imposta. Finchè siete immersi fino al collo in questa recita, non siete in grado di valutare oggettivamente la situazione e di esercitare un’influenza in qualche modo significativa sul corso degli eventi. Quindi prima di tutto lasciate la scena e scendete in platea, guardatevi intorno con sguardo lucido e ditevi: “In questo momento non sto dormendo e sono pienamente consapevole di dove mi trovo, di che cosa sta succedendo, di cosa sto facendo e perché e poi andate pure sul palco e continuate la vostra recita, rimanendo al contempo spettatori. Ora avete un enorme vantaggio: la consapevolezza. Avete scardinato le regole del gioco e acquisito la capacità di gestirlo. 

Narra la leggenda norrena che Odino, non sentendosi abbastanza "saggio", si recasse dal gigante sapiente Mimir, che custodiva la Sacra Fonte di Urdr ad Asgard (la dimora degli Dei), chiedendogli cosa fosse necessario fare per acquisire la "conoscenza". Mimir rispose a Odino che per raggiungere la sapienza era necessario un "sacrificio". Così lego' il padre di tutti gli Dei ad un ramo di Yggdrasil (il frassino sacro in cui era contenuto tutto l'Universo), e lo fece penzolare sopra la fonte sacra. Da questa posizione, Odino vide le Rune all'interno della Fonte e capì che esse contenevano la saggezza del mondo. Ma per poterle prendere era necessario che sacrificasse il suo occhio destro. Odino diede il suo occhio e conquistò la sapienza delle Rune.

La realizzazione del sè implica il "sacrificio" del cambiamento. E' necessario sacrificare le proprie credenze, le convinzioni e anche molti “legami”. Odino sacrifica il suo occhio è vero, ma rinuncia ad una visione parziale e limitata, per conquistare una "vista" più ampia. Nell'evoluzione del nostro spirito, ogni "perdita" ci può sembrare drammatica, ma successivamente si comprende che lasciare andare ciò che ostacola il cambiamento e quindi la nostra evoluzione verso il se' superiore, è un processo necessario e spesso inevitabile.

  • Lasciar andare
  • Scardinare i modelli (e i “sogni” ad essi associati)
  • Rinunciare al controllo e alle certezze (certezze false e costruite)

Sono queste le chiavi magiche che aprono le porte del nostro risveglio. Negli Arcani Maggiori, Odino a testa in giu’ sull’albero di Mimir, diventa la lama dell'Appeso. L'Appeso è la lama che rappresenta la ricerca interiore per la quale è inutile cercare riscontri nel mondo esterno. In un contesto in cui sembra di dover correre il più velocemente possibile solo per restare dove si è, L’Appeso dice di smettere di agitarsi, solo così ci si potrà muovere in avanti (la non-lotta del Transurfing). Certo è complicato...chi vorrebbe stare appeso per i piedi, dopotutto? Ma nella immagine dei Tarocchi l'Appeso sorride, con il capo circondato di luce... Ha abbandonato i vecchi modi in cui guardava e giudicava il mondo ed è stato ricompensato con occhi nuovi. Per un “risveglio efficace” è necessario interiorizzare alcune piccole regole che possano facilitare non solo la fase del risveglio, ma anche gli eventuali rischi di auto/sabotaggio e aggancio dei pendoli:

  • La prima ragione per la quale tanti rinunciano è che guardarsi dentro spaventa: abbiamo costruito una persona, una maschera fittizia nel corso di questa vita, che crediamo ci protegga da eventuali attacchi e nasconda le nostre debolezze
  • La nostra maggiore preoccupazione è quella di essere accettati e compresi dagli altri. Per questo ci viene insegnato sin dall’infanzia ad assecondare le richieste e le aspettative altrui.
  • Ciò richiede di sopprimere tutte le nostre vere aspirazioni, per cui prima o poi ci arriverà un prezzo da pagare nella forma di pendoli quali: dipendenze di ogni tipo, odio verso sé stessi, rabbia, amarezza, distacco forzato dalle emozioni, ecc.
  • Se non siamo sintonizzati sulle nostre vere aspirazioni non possiamo condurre un’esistenza felice e armoniosa, non importa quanto siamo belli, ricchi e famosi.
  • “Il tuo compito è scoprire qual è il tuo compito e dedicartici con tutto il tuo cuore” – Buddha Siddhārtha Gautama
  • Le prime forti resistenze vengono in superficie e se non si procede alla costante osservazione della realtà e di se stessi, si cede molto facilmente, abbandonando il cammino e tornando come prima, se non peggio di prima.
  • Nell’osservazione è necessario non essere indulgenti con se stessi: se non capiamo le vere cause che hanno provocato un problema non lo possiamo risolvere, al massimo possiamo tentare disperatamente di arginare i danni, creandone involontariamente degli altri. E’ necessario individuare i nostri pendoli, aggirarli e accettare i nostri difetti senza enfatizzarli.
  • Quando una persona ritrova, risvegliandosi, il suo vero se, può scegliere consapevolmente la linea della sua vita. Senza lotta alcuna con la realtà che sta vivendo
  • “Ci sono solo due errori che si possono fare nel cammino verso il vero: non andare fino in fondo e non iniziare” – Buddha Shakyamuni.
  • Un uomo che non è passato attraverso l’inferno delle passioni non le ha mai superate: esse continuano a dimorare nella casa vicina, e in qualsiasi momento può guizzarne una fiamma che può dar fuoco alla sua stessa casa. Se rinunciamo a troppe cose, se ce le lasciamo indietro, e quasi le dimentichiamo, c’è il pericolo che ciò a cui abbiamo rinunciato o che ci siamo lasciati alle spalle, ritorni con raddoppiata violenza […].” (Carl Gustav Jung, La Saggezza Orientale) 
Per vedere diversamente o per vedere altro. Per abbandonare ciò che si è o si dovrebbe essere, ma ascoltando ciò che si è in realtà. Per lasciare spazio alla “propria” realtà, perchè finalmente possa essere “toccata e vissuta.”